Gibellina, la realtà più colpita dal sisma del Belice del 1968, viene ricostruita a 18 chilometri dal sito originario. Il nuovo centro viene pensato come modello ideale di città d’arte. L’incarico della chiesa viene affidato a un team guidato da Ludovico Quaroni, progettista di spicco nel panorama architettonico di quegli anni. Tra la stesura del progetto preliminare (1972) e l’inizio della realizzazione (1985) passano quindici anni e, a causa di ritardi nei finanziamenti e lungaggini burocratiche, il cantiere viene spesso bloccato. Nel 1994 crolla la copertura dell’aula.
La chiesa, che doveva simboleggiare la rinascita dopo il terremoto, si riduce a un cumulo di macerie prima ancora di essere inaugurata. I diversi processi intrapresi per individuare le cause dell’accaduto rallentano ulteriormente i lavori di ripristino della copertura e di completamento dell’opera. Soltanto il riconoscimento d’interesse da parte della DARC (Dipartimento Regionale per l’Architettura e l’Arte Contemporanea), nel 2007, garantisce la conclusione definitiva alla chiesa, inutilizzata dal 1987 al 1994, ridotta a rudere dal 1994 al 2003, poi di nuovo trasformata in cantiere e aperta al pubblico soltanto nel 2010, dopo ventitré anni dalla sua realizzazione.
La ricerca di Giulia Menzietti affronta la stagione del dopoguerra italiano attraverso l’indagine su alcune celebri architetture, realizzate tra i primi anni Sessanta e Ottanta. Questo paesaggio di rovine diviene un testo attraverso il quale riflettere su alcuni fattori cruciali di quel periodo, come il rapporto tra architettura e politica, il ruolo degli architetti, la contraddizione tipica di quel tempo tra ricerche molto radicali e costruzioni molto tradizionali. La ricerca intreccia diversi livelli di lettura, che tengono insieme questi aspetti con molti temi cruciali del nostro tempo: l’interesse per il waste architettonico, la questione dell’heritage, la preservation applicata al contemporaneo e la gestione della legacy culturale di una generazione di “eroi” finora mai messa seriamente in discussione dal punto di vista dei suoi lasciti materiali