Chiesa Madre. Ludovico Quaroni, Gibellina, 1980-2010

 

Gibellina, la realtà più colpita dal sisma del Belice del 1968, viene ricostruita a 18 chilometri dal sito originario. Il nuovo centro viene pensato come modello ideale di città d’arte. L’incarico della chiesa viene affidato a un team guidato da Ludovico Quaroni, progettista di spicco nel panorama architettonico di quegli anni. Tra la stesura del progetto preliminare (1972) e l’inizio della realizzazione (1985) passano quindici anni e, a causa di ritardi nei finanziamenti e lungaggini burocratiche, il cantiere viene spesso bloccato. Nel 1994 crolla la copertura dell’aula.
La chiesa, che doveva simboleggiare la rinascita dopo il terremoto, si riduce a un cumulo di macerie prima ancora di essere inaugurata. I diversi processi intrapresi per individuare le cause dell’accaduto rallentano ulteriormente i lavori di ripristino della copertura e di completamento dell’opera. Soltanto il riconoscimento d’interesse da parte della DARC (Dipartimento Regionale per l’Architettura e l’Arte Contemporanea), nel 2007, garantisce la conclusione definitiva alla chiesa, inutilizzata dal 1987 al 1994, ridotta a rudere dal 1994 al 2003, poi di nuovo trasformata in cantiere e aperta al pubblico soltanto nel 2010, dopo ventitré anni dalla sua realizzazione.

 

Amabili resti d’architettura. Frammenti e rovine tra gli anni Cinquanta e Ottanta (Quodlibet, Macerata 2017)

 

La ricerca di Giulia Menzietti affronta la stagione del dopoguerra italiano attraverso l’indagine su alcune celebri architetture, realizzate tra i primi anni Sessanta e Ottanta. Questo paesaggio di rovine diviene un testo attraverso il quale riflettere su alcuni fattori cruciali di quel periodo, come il rapporto tra architettura e politica, il ruolo degli architetti, la contraddizione tipica di quel tempo tra ricerche molto radicali e costruzioni molto tradizionali. La ricerca intreccia diversi livelli di lettura, che tengono insieme questi aspetti con molti temi cruciali del nostro tempo: l’interesse per il waste architettonico, la questione dell’heritage, la preservation applicata al contemporaneo e la gestione della legacy culturale di una generazione di “eroi” finora mai messa seriamente in discussione dal punto di vista dei suoi lasciti materiali